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I BATTISTI

Ultimo Aggiornamento: 13/10/2012 13:58
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13/10/2012 13:58

in Italia............



In Italia il battismo è arrivato grazie al "Secondo Grande Risveglio" e al suo spirito missionario.

I primi ad arrivare in Italia furono due pastori inglesi: Edward Clarke e James Wall nel 1863. Clarke con base alla Spezia, dove stabilì la “La Spezia Mission” e Wall a Bologna per conto della “Baptist Missionary Society”.

I battisti americani, in un primo tempo bloccati dalla guerra di secessione, nel 1870 mandarono in viaggio di esplorazione un missionario dalla Francia, ma la missione del “Foreign Mission Board” iniziò solo poco dopo con l’arrivo del dott. G. B. Taylor, che si stabilì a Roma.

Molto presto questi missionari furono affiancati da predicatori ed evangelisti italiani, soprattutto ex cattolici o evangelici provenienti dalla Chiesa Libera. I punti di forza della missione battista in Italia furono la predicazione (sotto forma anche di conferenze, dibattiti e dispute), la distribuzione della Bibbia e l’istituzione di scuole.

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale le missioni battiste in Italia erano tre. Le tre missioni collaborarono sempre, fino a giungere alla costituzione dell’Unione Cristiana Apostolica Battista nel 1884, che contava alcune piccole chiese e una ventina di pastori.

Tra le due guerre la grande maggioranza dei convertiti erano contadini ed operai che aderivano anche alle istanze socialiste. Ma le chiese non erano prive di uomini di cultura. I missionari erano sensibili alla questione culturale più che a quella politica e si circondavano di intellettuali. Tra le figure da ricordare di questo periodo c’è Giuseppe Gangale il quale permise ai battisti di riscoprire le proprie radici riformate ed introdusse in Italia il pensiero di Karl Barth. Messo a tacere dal regime fascista esiliò ad Oslo dove divenne professore universitario.

A Roma nasceva la Facoltà Teologica Battista che fu poi chiusa dal fascismo. In questo periodo vengono pubblicate le importanti riviste “Bilychnis” e “Conscientia”, anche queste chiuse dal fascismo.


Il secondo dopoguerra vede una rinascita della testimonianza battista, oppressa dal fascismo, dalla grande depressione del ’29 e dalla guerra, soprattutto grazie agli ingenti sforzi economici in suo favore da parte delle chiese americane. Gli aiuti erano soprattutto di tipo assistenziale, oltre che diretti all’evangelizzazione. Il numero dei membri di chiesa raddoppia e così il numero dei pastori. Si apre l’istituto G.B.Taylor di Roma con un orfanotrofio ed una casa di riposo. Viene aperta la nuova scuola teologica di Rivoli (TO) e la scuola femminile di Villa Betania a Roma. Si costruiscono i centri giovanili di Santa Severa e Rocca di Papa (entrambe in provincia di Roma) e nel 1956 nasce l’Unione Cristiana Evangelica Battista d'Italia (UCEBI).


L’Unione Cristiana Evangelica Battista d'Italia conta 120 tra chiese e gruppi con una popolazione battezzata di circa 5.000 membri. Vi servono 40 pastori e svariati altri ministeri locali. Nel 1990 l’UCEBI ha firmato un’Intesa con lo Stato, si è dotata di una Confessione di fede, ha siglato un patto di reciproco riconoscimento con le chiese valdesi e metodiste ed è membro fondante della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia. È membro del Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC), della Conferenza delle Chiese Europee (KEK) e della Baptist World Alliance (BWA) e della European Baptist Federation (EBF).
In Italia è presente un vasto arcipelago di chiese battiste autonome, che non fanno cioè riferimento ad alcuna organizzazione denominazionale e vivono il congregazionalismo in modo radicale. Normalmente, ma non sempre, queste chiese sono di orientamento arminiano.
Nel 2006 sono nate le CERBI (Chiese Evangeliche Riformate Battiste in Italia) una denominazione riformata che fa propria la Confessione di Fede Battista del 1689 e conta otto comunità presenti in sei regioni italiane. Attualmente le CERBI che fanno parte della ala evangelicale all'interno del protestantesimo italiano aderiscono all'Alleanza Evangelica Italiana (AEI) e all'Alleanza di Chiese Cristiane Evangeliche in Italia (ACCEI), mentre a livello mondiale hanno aderito alla Comunione Riformata Mondiale (World Reformed Fellowship).
Non è possibile descrivere il movimento battista in modo univoco, come se si trattasse di un fenomeno unico. Il battismo è un movimento variegato con molte forme organizzative e molti orientamenti teologici. Le sue origini, il suo sviluppo, e la sua fenomenologia attuale non permettono una trattazione unitaria. Non è neanche possibile parlare di chiesa battista al singolare, in senso universale o denominazionale. Tale definizione ha senso solo nella prospettiva della comunità locale.

Il battismo, nell’ambito del protestantesimo, appartiene alla corrente riformata, ossia a quel filone del pensiero della Riforma protestante che si riconosce nella teologia evangelica come è stata formulata da Ulrico Zwingli e Giovanni Calvino. Le chiese battiste non sono nate dalla Riforma protestante (del XVI secolo), ma dal puritanesimo inglese del XVII. Max Weber chiamava queste chiese “i figliastri della Riforma”. I battisti rappresentano una delle forme del calvinismo.

Il movimento battista condivide le affermazioni centrali della Riforma protestante del XVI sec.:

La giustificazione del peccatore per la grazia di Dio mediante la fede. La giustificazione del peccatore, la sua riconciliazione con Dio e la sua salvezza avviene solamente a motivo della grazia di Dio, per mezzo della fede e mai attraverso i propri sforzi o le proprie opere religiose (Efesini2,8).
La Scrittura come unica autorità in materia di fede nella chiesa. I battisti rivendicano il principio del Sola Scriptura, ritengono cioè che la Bibbia sia l'unica fonte autorevole riguardo alla volontà di Dio. Questa convinzione contrasta da un lato con il ruolo riconosciuto dalla Chiesa cattolica romana all'autorità apostolica, dall'altro con il concetto di rivelazione personale diffuso nei movimenti carismatici. Ogni affermazione che non possa essere dimostrata come fondata su una base scritturale viene considerata come derivante da una tradizione umana piuttosto che dall'insegnamento divino, e per quanto possa essere accurata, una tale affermazione non potrà mai essere considerata al di sopra o alla pari dell'autorità della Scrittura. Ogni persona è considerata responsabile di fronte a Dio per la propria comprensione della Bibbia e viene incoraggiata ad attenervisi. Molti battisti che hanno accettato il principio fondamentalista parlano di inerranza biblica che implica una interpretazione letteralistica della Bibbia. La gran parte comunque, facendo riferimento alla terminologia utilizzata dall'apostolo Paolo in 2Tim3,16, preferisce parlare di ispirazione delle Scritture, che permette l’uso di una esegesi critica della Bibbia. In generale i battisti ritengono che l'insegnamento cristiano tramandato nella storia stia su un piano inferiore rispetto alle Scritture, anche quando può essere conforme al messaggio biblico nella sostanza.
Il sacerdozio universale di tutti i credenti. Afferma, sulla base di 1Pt2,9, che ogni cristiano ha accesso diretto a Dio senza la necessità di una mediazione sacerdotale. La posizione dei battisti sul sacerdozio universale è una delle colonne portanti del loro ideale di libertà religiosa.
I battisti si distinguono dagli altri protestanti più che per la dottrina, per alcuni principi:

Il battesimo dei credenti. Il battesimo cristiano, seguendo la teologia e la prassi neotestamentaria, viene impartito ai soli credenti, cioè a chi ha creduto e professato Gesù Cristo come proprio Signore e Salvatore. Quindi, di per sé, il sacramento non gioca alcun ruolo nella salvezza, perché viene compiuto in realtà dopo. Il battesimo dei credenti viene impartito per immersione (dal Greco baptizo = immergo) per rispetto alla prassi neotestamentaria e per lasciare integro il riferimento simbolico alla morte (immersione = seppellimento) e alla risurrezione (emersione dalle acque) proprio del Nuovo Testamento. Il battesimo associa il credente alla chiesa. Raccogliendo l'influenza anabattista, I battisti respingono la pratica del pedobattesimo o battesimo infantile perché ritengono che la fede necessaria al battesimo sia quella del battezzando e non quella dei genitori, dei padrini o della chiesa.
La libertà di coscienza. In materia di fede ogni individuo ha libertà di scegliere in coscienza ciò che è giusto e ciò che non lo è, e risponde unicamente a Dio per le proprie decisioni. Né la famiglia, né la chiesa, né lo Stato, possono decidere per la coscienza altrui o forzare questa decisione. Ciascuno è ritenuto sempre libero di cambiare idea.
Il congregazionalismo. Il modello di organizzazione ecclesiastica congregazionalista consiste nel lasciare autonomia a ciascuna chiesa locale per quanto riguarda la predicazione, l'attività di testimonianza, l’organizzazione e la vita ecclesiastica interna. Le chiese battiste non sottostanno al controllo diretto, né amministrativo né dottrinale, di alcuno, sia esso un organismo direttivo o un Sinodo, oppure una persona a ciò preposta, come un vescovo o un papa. Agli insiemi denominazionali di chiese battiste come le associazioni, le unioni, le convenzioni e le federazioni non viene riconosciuto alcun valore ecclesiologico, ma solo organizzativo su base volontaria e il processo decisionale all’interno delle chiese e delle denominazioni è democratico a partire dalle assemblee delle chiese locali. Fanno eccezione alcuni battisti riformati, che sono organizzati secondo un sistema presbiteriano, come ad esempio i battisti episcopali del Congo e alcuni altri.
La Separazione tra Chiesa e Stato. I battisti, che nel passato sono stati perseguitati o uccisi per la loro fede, hanno avuto un ruolo importante nella lotta per la libertà di religione e per la separazione tra Chiesa e Stato in Inghilterra, negli Stati Uniti e in altri Paesi. Nel 1612 John Smyth scriveva: "Il magistrato non deve in ragione del suo ufficio interferire in materia di religione, o in materia di coscienza”. Anabattisti e quaccheri condividono un ruolo significativo nella storia dello sviluppo dell'idea di avere come due entità distinte e separate, Chiesa e Stato: lo spunto originale di questo orientamento fu l'opposizione al fatto che l'autorità statale desse disposizioni sull'attività religiosa o sull'esistenza di una “chiesa nazionale”, e non implicava l'idea di un divieto per i cristiani di partecipare alla vita politica e all'impegno nella società. Il dibattito contemporaneo sulla laicità vede contrapporsi idee diverse sull'opportunità che gruppi religiosi possano, o debbano prendere posizione o parte attiva nella politica. Questo problema riguarda negli Stati Uniti l'atteggiamento dei battisti fondamentalisti, i quali sembrano aver superato il principio battista della separazione tra Chiesa e Stato con numerosi interventi in materia di moralità.


Mario961


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