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IL PUEBLO DE DIOS - matrice pentecostale

Ultimo Aggiornamento: 13/10/2012 13:35
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13/10/2012 13:33

Il pueblo de Dios


Caratteristiche di una denominazione neo-pentecostale, tratta dal sito www.geocities.com/freemindnow/index.html

12 ottobre 2000

Fondatore: José, personaggio quasi mitico nella setta, ha fondato il “Popolo di Dio” in seguito al distacco da un gruppo di Pentecostali per dissidi interni. Chi ha dato l’attuale volto alla setta, però, è Mariano Bobadillo, in arte san Luca, mentre il capo della setta è ora Andres Fretes, san Giovanni.

Origini e storia: la setta è nata nel 1940 in Paraguay, dove ha la sede principale, la Città santa, nei pressi di Asuncion (distretto di Reparacion). Dopo il distacco dai pentecostali, José si reca in Argentina, dove conosce Mariano Bobadillo. Con lui anima il primo gruppo di fedeli che, in seguito ad una profezia, e in seguito a carcere, si trasferisce in Paraguay. Dopo un lungo girovagare, paragonato al quarantennale pellegrinaggio nel deserto del popolo ebraico, si stabilisce nella sede attuale.

Dottrina: è ricostruibile solo attraverso i racconti dei fuoriusciti, perché la setta non ha scritti, considerando la stampa delle proprie verità una tentazione del demonio.. Il “Popolo di Dio” rientra nel filone del millenarismo apocalittico, e si rifà al pentecostalismo istrionico e isteroide tipicamente sudamericano.
Credono anch’essi alla realizzazione di un’epoca di serenità e di pace, dopo che catastrofici avvenimenti avranno posto fine alla moribonda società attuale. Il tema degli ultimi tempi è presente nella setta, e giustifica i “doni dello Spirito” concessi agli adepti: la glossolalia (il parlare in molte lingue) la profezia (molto diffusa anche fra i bambini), la visione, la guarigione, la capacità di interpretare i sogni e il dono del salmista (il più diffuso tra gli aderenti), che consiste nella “trascrizione” dei canti direttamente ispirati dallo Spirito santo. Il rapporto con la Chiesa è conflittuale. Il gruppo crede in Cristo Salvatore, e nella Trinità, ma rifiuta la Madonna, i santi e i Sacramenti, anche se in modo non esplicito. La Bibbia e i vangeli costituiscono dei meri riferimenti.

Prassi: Gli adepti vengono convinti ad abbandonare tutto: carriera, famiglia, amici, per raggiungere il Paraguay. Molti non fanno più ritorno e chi lo fa, rientra in difficili condizioni psicologiche, senza più interessi e incapace di restaurare un normale rapporto con il circostante, famigliari compresi. L’azione psicologica del gruppo sull’individuo è rapida ed efficace: già poco tempo l’adesione i familiari notano stranezze, che si manifestano in anomalie del comportamento. E’ utilizzata la tecnica della preghiera ossessiva e continua, (anche nel cuore della notte), per rendere malleabile l’adepto al nuovo credo.
Il sabato è considerato giorno di festa per eccellenza e vengono celebrate cerimonie durante le quali i partecipanti pregano in modo ossessivo, fino a che non si realizza uno stato di possessione profetica ad opera (asserita da loro!) dello Spirito Santo, consistente in una condizione di agitazione psico - motoria e di delirio mistico, accompagnato da episodi allucinatori.
Secondo quanto è stato possibile apprendere, ai nuovi adepti, in maggior parte appartenenti ad una fascia d'età tra i 20 ed i 40 anni ed originariamente di fede cattolica, è richiesto di sottoporsi ad una sorta di rito purificatore, in pratica un abuso sessuale, e successivamente di operare fattivamente per la crescita della setta, sia attraverso l'elargizione di somme di denaro, sia prestando manodopera a basso costo, anche in sedi della setta situate all'estero
La partenza verso la “mecca” paraguaiana è, di solito, improvvisa. Grazie anche alla compiacenza del governo sudamericano, i vari responsabili del “Popolo di Dio” organizzano continui viaggi in Paraguay, dopo aver reclutato proseliti in varie città italiane ed europee. Giunti alla Città santa vengono impiegati come manodopera a basso costo, lavorando per la comunità nelle sue numerosissime iniziative.
In Italia, la sede principale della setta è ad Olmo di Tribano, a pochi chilometri da Padova.
SEDI: Limana (BL); Bergamo; Padova; Tribano (PD); Velletri (RM); Preganziol (TV); Paderno (UD); Vicenza.
Totale aderenti: 250



TESTIMONIANZA

Mi chiamo Mariano, sono insegnante e attualmente frequento un gruppo del RnS di questa diocesi.
Qui a Vicenza ho frequentato per un anno (dicembre ‘97 – dicembre ‘98) un gruppo che si fa chiamare “congregazione cristiana pueblo de Dios”, abbandonandolo poi nel gennaio ’99 perché si tratta di una setta. Nel ’97 stavo passando dei momenti difficili sul piano personale e, pur avendo ricevuto l’educazione religiosa che tantissimi di noi per grazia del Signore hanno, il mio rapporto con la Chiesa era poco più che un dovere; cercavo, per la verità un po’ confusamente, un gruppo di preghiera e quando quella sera conobbi la congregazione cristiana pueblo de Dios, mi sembrò di essere capitato nel posto giusto, in un gruppo che con assai poca prudenza ritenni fedele alla Chiesa
Frequentando tale congregazione, un po’ alla volta mi accorsi con crescente disagio che molti di loro avevano interessi e credenze che avevo sempre rifiutato, come reincarnazione, ufologia, astrologia, reiki, meditazioni orientali; anche quello che ascoltai da un gruppo yoga mi fece sentire a disagio.
Mi fu detto che il pueblo de Dios era nato dal capitolo 2 degli Atti degli Apostoli; la Bibbia era accettata e a me ne veniva anche incoraggiata la lettura, anche se negli incontri in realtà non la si utilizzava. Ad un certo momento mi accorsi che la responsabile, come la maggior parte di quelle persone, non frequentava la Chiesa, ma per il suo modo di fare accattivante, la sua disponibilità, i suoi (fra virgolette) doni, cercai, forse ingenuamente, di aiutarla illudendomi di poterla condurre nella chiesa cattolica. Quando però, conosciuto un gruppo del RnS, tentai di coinvolgerla, lei vi si recò una sola volta, accampando poi svariati motivi per non venire più. Tuttavia, pensavo ancora che, nonostante le stonature, i “doni” di quel gruppo venissero dalla parte giusta e quindi potessero essere ricchezza per tutti. Per qualche mese continuai a frequentare contemporaneamente il RnS e il pueblo de Dios recandomi a fine ’98 in Sudamerica, in una città del Paraguay, nella sede principale di questa setta.
Nei pur pochi giorni di permanenza, soprattutto in un breve colloquio con uno dei capi riconosciuti del gruppo, un ex pastore evangelico, venni a conoscenza di cose che mi turbarono e mi delusero: per esempio, fra l’altro, “Noi siamo la chiesa primitiva” (e, quindi, pur senza dirlo esplicitamente, i soli veri cristiani), per loro l’Eucaristia è solo un simbolo e le parole di Gesù nell’ultima cena sono “questione di corretta interpretazione”; rispettano, almeno a parole, la Chiesa di Roma, ma “Noi siamo molto diversi”; e non cercano l’unità dei cristiani, ignorando la preghiera di Gesù che ci vuole uniti in una sola cosa; rifiutano i sacramenti e Maria Santissima è solo una bella persona, come ce ne sono tante nel loro gruppo …
Senz’altro, il viaggio in Sudamerica è stato provvidenziale, perché lì il Signore mi ha fatto luce su molte cose che non riuscivo a capire e soprattutto, proprio l’ultimo giorno, mentre ero in attesa di prendere l’aereo per il ritorno in Italia, ho avuto, per sua grazia, un colloquio con un Padre verbita bresciano. Il missionario mi ha precisato che il Pueblo de Dios non è assolutamente conciliabile con la Chiesa Cattolica, chiamandolo senza mezzi termini setta, parola con cui, solo allora, per la prima volta, ho sentito definire esattamente ciò che è quella congregazione.
Al ritorno in Italia, dopo un periodo di riflessione, mi sono staccato, pur con vari tentennamenti ma definitivamente, dalla setta. Non per mio merito, ma per Sua grazia, il Signore mi ha aperto gli occhi portandomi al discernimento e facendomi capire –anche attraverso l’aiuto di un sacerdote e di un cappuccino- le frasi di Gesù, riportate in Matteo 24, versetti 11 e 23: “Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti”… “Allora se qualcuno vi dirà: ecco il Cristo è qui, o è là, non ci credete. Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti.”

***

Dal sito della CO. PRO. SA. (COOPERATIVA PRODUZIONE SANT’ANDREA#), link associazioni del Commercio alternativo, Commercio equo e solidale.
# Sant’Andrea ritengo assai improbabile sia il santo della tradizione cristiana.
CO.PRO.SA vita di comunità e produzione in Paraguay
CO.PRO.SA - Cooperativa Multiactiva de Produccion, Servicios Publicos, Ahorro y Credito San Andres
CO.PRO.SA. è un'organizzazione senza scopo di lucro nata nel 1996 e che opera nei settori della produzione, dei servizi pubblici, del consumo, del risparmio e del credito. Questa struttura rappresenta lo strumento di lavoro per l'attività cooperativa della CCPD - Congregacion Cristiana Pueblo de Dios (Congregazione Cristiana Popolo di Dio).
La cooperativa ha iniziato la sua attività organizzando gli agricoltori appartenenti alla congregazione e acquistando loro i prodotti ad un prezzo superiore a quello pagatogli dai commercianti locali occupandosi, poi, dell'attività di commercializzazione sia all'interno della comunità (attraverso una rete di empori comunitari) che sul mercato. Allo stesso tempo si iniziò ad acquistare prodotti lavorati sul mercato in grosse partite, di modo da praticare prezzi più contenuti ai membri, e a chiunque intendesse rifornirsi presso gli spacci. Contemporaneamente si è incoraggiato lo scambio tra comunità che producono prodotti agricoli diversi.
Attualmente i soci della CO.PRO.SA. sono tutti membri della congregazione, ma nel prossimo futuro si intende allargare la partecipazione anche ai comitati di agricoltori che ruotano attorno alle varie comunità. A questo proposito si vedono buone opportunità di lavoro nel campo della soia, per la raccolta della quale si è ottenuto un finanziamento per l'acquisto di una mietitrebbia, e dello zucchero essendo giunti finanziamenti per la costruzione di uno zuccherificio artigianale per la produzione di zucchero di canna grezzo.
Per quanto riguarda il compenso dei lavoratori, essi possono decidere se essere pagati in danaro, oppure usufruire in toto dei servizi comunitari, sia per l'abitazione che per il cibo, il vestiario e l'educazione. Questo genere di retribuzione "in natura" e in servizi non è fiscale, ossia non si viene compensati esattamente a seconda del lavoro svolto, in quanto l'obiettivo è quello di dare a tutti di che vivere, anche se non sono perfettamente in grado di lavorare, o se per qualsiasi motivo si prestano meno di altri.
La CO.PRO.SA si avvale del lavoro di tre congregati italiani - Patrizia, Andrea e Patrizia - ai quali è stata affidata la parte organizzativa e la gestione corrente del lavoro, in virtù delle loro conoscenze superiori alla media nel campo dell'agraria e della gestione d'impresa. I tre non hanno però incarichi direttivi e sono retribuiti, o ricompensati, come qualsiasi altro lavoratore.
Malgrado lo splendido lavoro svolto dalla CCPD e dalla CO.PRO.SA, le necessità rimangono molte, a livello sanitario, a livello formativo, e a livello produttivo e commerciale, in quanto malgrado sia stato ottimizzato il rendimento delle produzioni dei membri impiegandole all'interno della congregazione o vendendolo attraverso gli empori comunitari, si è costretti ad operare su di un mercato che non offre grosse possibilità di miglioramento ai produttori. Per tale motivo la cooperativa Commercio Alternativo e l'Associazione Ferrara - Terzo Mondo hanno pensato di studiare assieme ai membri della CO.PRO.SA la possibilità di iniziare un rapporto di commercio equo di modo da poter creare un mercato alternativo per i numerosi prodotti, agricoli ed artigianali, dei membri della cooperativa dando loro la possibilità di rivolgersi direttamente all'esportazione, come non avevano mai avuto l'opportunità di fare.

***Attività sociali
La congregazione, in qualità di istituzione filantropica - accogliendo pertanto un considerevole numero di orfani, disabili, infermi mentali, anziani ed ammalati - svolge una serie di attività protese al miglioramento delle condizioni sociali, culturali e sanitarie, nel territorio sul quale opera, attraverso strutture proprie. Le attività svolte sono essenzialmente di tre tipi:
1. Attività sanitarie, svolte all'interno di un consultorio medico iscritto e riconosciuto dal Ministero della Sanità, di un consultorio e laboratorio odontologico (8) e di una farmacia, da personale specializzato volontario della Congregazione.
2. Attività assistenziali, diretta a persone portatrici di handicap, ammalati cronici e anziani e svolta da personale specializzato.
3. Attività educative, svolte attraverso una scuola materna, una scuola elementare ed una scuola media, con personale specializzato della congregazione. A breve è prevista l'istituzione di una scuola superiore.
Attività economiche
Le attività economiche si suddividono in attività legate direttamente al fabbisogno interno ed attività di sostegno al fabbisogno interno. Le prime sono attività economico - produttive i cui frutti vengono utilizzati per il fabbisogno delle comunità, le seconde sono rivolte all'esterno, con la vendita di prodotti e servizi. In generale, le attività economico - produttive si svolgono in campo agricolo (erbe medicinali, zucchero, manioca, cotone, mais, fagioli, riso, arachidi, ortaggi e vivaio), zootecnico, artigianale (falegnameria, fornace, segheria, panificio, officina meccanica, carrozzeria, calzoleria, sartoria, ecc.), servizi vari ( trasporti e manodopera per conto terzi), vendita al dettaglio (rete di botteghe comunitarie che vendono anche ai non congregati), esportazione (prevalentemente attraverso canali del commercio equo, con l'attività della COPROSA) ed infine la gestione di un distributore di carburanti.
Attività generiche, come la cucina, la segreteria, la lavanderia, ed infine attività teologiche, svolte dai ministri e dai membri della congregazione, secondo lo statuto, e contornate da numerose attività supplementari.
Per il futuro la CCPD si pone alcuni obiettivi che i congregati ritengono fondamentali:
1. incrementare e diffondere nelle filiali il vivaio forestale e frutticolo abbinato alla riforestazione
2. incrementare la produzione ortofrutticola a favore dell'autosufficienza
3. diffondere le tecniche dell'agricoltura biologica
4. migliorare le condizioni igienico - sanitarie per la distribuzione dell'acqua, per lo smaltimento dei rifiuti e dei liquami (acquedotto, rete fognaria, raccolta differenziata)
5. creare nuove fonti di occupazione nella CCPD (anche con l'apporto del commercio equo) e migliorare i sistemi lavorativi tramite l'individuazione di nuovi settori produttivi, artigianali e/o semi – industriali.



RICORDI PERSONALI


Qualche notizia sulla “Congregazione Cristiana Pueblo de Dios”.ù

Nato una cinquantina di anni fa in Sud America, attualmente diffuso in Paraguay e stati confinanti, con 50 – 100 sedi, che i responsabili visitano periodicamente; tali visite vengono paragonate ai viaggi degli apostoli, o almeno così vengono chiamati quelli che li compiono; a me noti quattro punti in Italia (Vicenza, Padova, Velletri e Treviso, questo non direttamente), probabilmente qualche centinaio di persone, che si incontrano periodicamente, tendendo a fare vita comunitaria. Si considerano la nuova Israele, e ciò viene detto esplicitamente in vari dei loro canti; i primi tempi, difficili, del gruppo sono messi in relazione con le traversie della storica Israele.
Si autodefiniscono “ la Chiesa primitiva”, nata da Atti, 2. Sono centralizzati sulla Terza persona della Trinità, da cui il primo degli anziani avrebbe avuto la “Chiave di orazione” : (Dio mio, nel nome di Gesù Cristo, distruggi dal mio corpo tutti gli spiriti immondi, purifica il mio cuore con il tuo santo fuoco purificatore, e riempilo con la santa grazia dello Spirito Santo); con la variante “…sigillami il cuore con il santo sigillo dello Spirito santo, detta del sigillo).
Rispettano la Chiesa romana, ma “noi siamo molto diversi”;
Nel periodo pasquale celebrano una “santa Cena” (o “Santa cena”, scritta notata nella casa de oracion a “Santità”), a cui si preparano tutto l’anno, “per esserne degni” (“sta scritto: chi mangia e beve indegnamente di questo corpo, mangia e beve la propria condanna) ma l’Eucaristia è un simbolo: “Questo è il mio corpo”… … “fate questo in memoria di Me” … è “questione di corretta interpretazione”.
Praticano una confessione non sacramentale: dopo la chiave di preghiera, il penitente confessa le sue colpe davanti a 2 “Consilleros”, che lo guidano finché non vi sia altro da esaminare. Molto utilizzata l’imposizione di mani, anche su animali e cose.
Se due si vogliono sposare, iniziano a convivere e la comunità ne prende atto senza alcuna implicazione.
Mancanza quasi assoluta di immagini sacre (secondo una ragazza di Padova che si è congregata con la sorella, “non ti farai immagine…).
In Paraguay, nel villaggio di “Santità” (circa 4 ore di pullman da Asuncion, nel disboscato Mato Grosso), vivono circa 4000 persone, di cui 2/3 “solteros” (così sono chiamati quanti hanno fatto “voto di castità”); prevalenti i paraguaiani, una decina gli italiani, in prevalenza del padovano, una coppia con due bambini, poi brasiliani, colombiani e altro. Poche le case in muratura (di europei, italiani mi risulta); la maggior parte baracche di legno con tetti di lamiera-paglia–legno.
L'elettricità è arrivata da pochi anni; le due sorelle padovane congregate si tengono in collegamento via Internet con la madre e le altre due sorelle ad Olmo di Tribano, che periodicamente spediscono loro materiale vario con container; anche mobili, oltre agli strumenti musicali.
Moltissimi (2/3 ?) hanno doni di visioni e “profezia”, anche bambine di 12 anni e, riferiti, di 7 – 8: “le loro profezie sono le più belle” e su queste si basa notevolmente la formazione dei bambini che, in gruppetti, in capanne aperte dal tetto di paglia, si radunano sotto la sorveglianza di adulti, per imparare i “salmi” e quindi ascoltare gli insegnamenti di uno – una che profetizza. Anche parlare in lingue, “intuizioni”, sogni, uscite dal corpo e, riferite, esperienze mistiche notevoli (ne ricordo una che ha analogie con quella accennata dall’apostolo Paolo); manca, mi sembra del tutto l'attuazione di “i profeti parlino in due o tre e gli altri giudichino”. Alla base dell’adesione alla setta da parte di molti, riferite guarigioni che lo scrivente non può valutare.
Il giorno festivo comincia alla sera del venerdì; il sabato è dedicato alle cose dello spirito; tutti si mettono come meglio possono, anche per la barba; il mattino si raccolgono in vari punti del paese, e attendono che qualche profeta si avvicini e profetizzi loro. “Profeti” alternano spagnolo e guaranì; dopo la chiave uno si alza e comincia a profetizzare. Alcuni alle parole a volte accompagnano una specie di recitazione.

Trompeta: gruppetti spontanei di poche persone, che alle tre di notte girano per le viuzze cantando i “salmi” accompagnati da qualche strumento – chitarra – cuerno de vaca – tamburello e altro eventuale; fermandosi a tratti per declamare sotto alle finestre.
Svegliato in questo modo la prima notte, lo scrivente ha partecipato alla trompeta per tre – quattro volte; alla fine cantando un canto del Rinnovamento (Spirito del Dio vivente e altro). Consuetudine non riferita a Vicenza, ma considerata molto coinvolgente da Andrea.
Forte produzione di canti (definiti salmi): varie centinaia, anche “belli”.

Espressioni comuni: “perseverare”, “avere ricevuto il sigillo”.

Forte momento di commozione durante il volo di ritorno (Madrid – Venezia) messo in relazione a quanto detto da una sconosciuta donna del pueblo che, dopo l’opera, mi aveva avvicinato per dirmi “ lo Spirito santo mi mostrò in visione che fra poco scenderà su di te” (risposta “fra poco potrebbe essere qualche giorno o mese” “no, no presto)

Riferite visioni “inquietanti”: Cristo che viene su una nube a salvare (gli eletti?) e molti che vogliono salire, ma troppo appesantiti per riuscirvi.
"Maria è una bella persona, ma quante Marie ci sono in Santità”; il velo bianco che le
donne portano, (commovente quello visto su una bambina Down) sarebbe un omaggio a Maria, oppure, (soprattutto o solo, a mio parere) il simbolo di una veste che scende dal cielo a rappresentare un particolare stato di grazia.

Digiuno, anche consigliato nelle profezie (come allo scrivente); in alcuni casi.
Servirebbe a snebbiare lo spirito. Dopo qualche tempo, praticato anche dallo scrivente, settimanalmente, per 24 –30 ore; abbandonato dopo scoperta setta. Momenti di digiuno interrotti perché sentita spinta interna a smettere.


Testimonianza ricevuta dal signor Mariano P., della provincia di Vicenza. Il signor Mariano si è detto disponibile a parlare con altre persone che hanno fatto questa esperienza. Chiunque volesse mettersi in contatto con il signor P. è pregato di scrivere a questo sito, che funge comunque da filtro.

Mario961


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13/10/2012 13:34

POPOLO DI DIO (ASSEMBLEA DE DEUS)

da un documento del Ministero Italiano dell'interno

Il movimento, chiamato anche "Popolo di Dio" o "Pueblo De Dios", e' stato fondato da tale Leonor PAREDES (fratello Giuseppe) nel novembre del 1940 ad Itagua (Paraguay), nel distretto di Repatriacion, sede della c.d. "casa madre", dove tuttora i seguaci sarebbero tenuti a recarsi, a loro spese, per un ulteriore, approfondito indottrinamento, successivo al "noviziato".

Conterebbe circa 30.000 affiliati in tutto il mondo, quasi prevalentemente paraguayani; in Italia è operante dal 1985, per iniziativa di una cittadina paraguayana.

La dottrina sincretizza alcune varianti del pentecostalismo cristiano ed elementi delle religioni spiritistiche afro-americane.

Il sabato è considerato giorno di festa per eccellenza e vengono celebrate cerimonie durante le quali i partecipanti pregano in modo ossessivo, fino a che non si realizza uno stato di possesione profetica ad opera dello Spirito Santo, consistente in una condizione di agitazione psico-motoria e di delirio mistico, accompagnato da episodi allucinatori.

Secondo quanto è stato possibile apprendere, ai nuovi adepti, in maggior parte appartenenti ad una fascia d'età tra i 20 ed i 40 anni ed originariamente di fede cattolica, è richiesto di sottoporsi ad una sorta di rito purificatore, in pratica un abuso sessuale, e successivamente di operare fattivamente per la crescita della setta, sia attraverso l'elargizione di somme di denaro, sia prestando manodopera a basso costo, anche in sedi della setta situate all'estero. In particolare chi entra nella setta è indotto ad abbandonare la propria professione, la famiglia di origine ed in genere tutta la precedente vita sociale, distaccandosi definitivamente dal mondo esterno "governato da Satana"; quindi è costretto a lavori pesanti, a lunghi periodi di privazione del sonno e ad ascoltare ininterrottamente registrazioni di canti, salmi e regole, fino a fiaccare la sua resistenza fisica e psicologica.

Onde evitare ripensamenti, ad ogni neofita è affiancato un "consigliere", che non lo lascia mai solo.

Queste circostanze hanno indotto molti familiari di persone convertite a rivolgersi alle autorità, affinché interrompano l'attività della setta, considerata estremamente pericolosa; sembra addirittura che alcuni giovani, inviati in ritiro spirituale presso campi lavoro del Paraguay, ove il "Popolo di Dio" è impegnato a costruire proprie città, siano scomparsi.

Ad oggi, tuttavia, non sono emersi elementi penalmente rilevanti.


SEDI


Limana (BL)

Bergamo

Padova

Tribano (PD)

Velletri (RM)

Preganziol (TV)

Paderno (UD)

Vicenza


Totale aderenti: 250



Mario961


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13/10/2012 13:35

Il Popolo di Dio (Pueblo de Dios)



Leonor Paredes (“Fratello José”, 1898-1970) nasce a Villarica, in Paraguay. Nel 1940 riceve il battesimo dello Spirito Santo; si trasferisce quindi in Argentina dove esercita per vent’anni un ministero di predicazione e vita cristiana. Ispirato da segni profetici, nel 1963 decide di ritornare in Paraguay, approfittando della Legge di Rimpatrio che fissa condizioni favorevoli per il ritorno in patria dei paraguayani emigrati all’estero. Fonda la comunità del Pueblo de Dios (Popolo di Dio) nella località di Repatriación, a circa 250 chilometri da Asunción, dove si trasferiscono inizialmente ventidue famiglie. La teologia e lo stile di vita comunitario sono di matrice pentecostale, sia pure con caratteristiche peculiari, compresa un’insistenza sulla demonologia e sul celibato, che è praticato da molti dei membri che vivono in comunità pur non essendo una via esclusiva né obbligatoria. Il Popolo di Dio insiste sui miracoli, sulle profezie, sul valore profetico dei sogni, sul ruolo carismatico del fondatore e dei suoi successori. Propone in particolare la “Chiave di Orazione”, nel corso della quale una formula di preghiera (“Dio mio, nel nome di Gesù Cristo, distruggi dal mio corpo tutti gli spiriti immondi, purificami il cuore col Tuo Santo Fuoco Purificatore, e riempilo con la Santa Grazia dello Spirito Santo”) è ripetuta per sette volte, in ginocchio, seguita da un colloquio con Dio.

Fratello José muore nel 1970; gli succede come “Anziano Principale” Mariano Bobadilla (“Fratello Luca”, 1915-1991), che si era convertito dopo essere stato guarito da una serie di gravi malattie grazie alla “Chiave di Orazione” del Fratello José a Laguna Blanca (Argentina) nel 1946. Il mandato di Fratello Luca – che coincide in parte con la dittatura in Paraguay del generale Alfredo Stroessner (nato nel 1912, al potere dal 1954 al 1989 e morto in esilio nel 2006) – è particolarmente difficile. Accusato di essere una “setta” e sospettato di “comunismo” a causa della sua esperienza di vita comunitaria, il Popolo di Dio è sottoposto a una serie di persecuzioni e diversi dirigenti, compreso Fratello Luca, sono arrestati. La congregazione riesce a sopravvivere grazie al professor Carlos Marcial Russo Cantero, avvocato, uomo politico e professore di diritto all’Università Nazionale di Asunción, che non solo difende con successo Fratello Luca e altri dirigenti, ma – conquistato dal loro messaggio – si converte alla fede del Popolo di Dio aderendo alla comunità Santo Domingo Libertador di Lambare, presso Asunción, la più grande comunità del Popolo di Dio dopo “la Central” di Repatriación.

In questa stessa comunità muore Fratello Luca, nel 1991. Gli succede Severiano Estigarribia (“Fratello Elia”, 1931-1995). Sotto il suo mandato, la comunità ottiene il riconoscimento della personalità giuridica in Paraguay con decreto presidenziale n. 14.336 del 28 luglio 1992. Fratello Elia muore inaspettatamente nel 1995; è nominato come Anziano Principale Andrés Fretes (“Fratello Juan”, conosciuto in Italia anche come “Fratello Giovanni”), nato nel 1941 e che si è segnalato come infaticabile missionario in Brasile (il principale terreno di espansione del Popolo di Dio insieme all’Argentina, Uruguay, Colombia e all’Italia). Nel 1996 nasce la cooperativa COPROSA (Cooperativa Multiactiva de Producción, Servicios Públicos, Consumo, Ahorros y Crédito San Andres Ltda.), che inquadra molte delle attività economiche del Popolo di Dio.

La vita quotidiana dei membri nella Central – oggi oltre cinquemila, fra i quali anche alcuni italiani – prevede il canto, le preghiere e il lavoro (soprattutto nei campi, dove si coltivano cotone, mais, girasole e soia), seguendo regole di vita piuttosto austere che, insieme alle peculiarità dottrinali e a un certo esclusivismo, hanno offerto occasione a polemiche e controversie. La Central ha un suo sistema scolastico che arriva fino al liceo, attività artistiche e culturali (particolarmente teatrali improntate su temi spirituali), un sistema ospedaliero, un ambulatorio dentistico ed esperienze nel settore dell’agricoltura ecologica (in cui è attiva un’altra italiana, Adriana Antonello). C’è anche un campionato interno di calcio, con undici squadre, la più importante delle quali – la Universo – partecipa dal 1999 al locale campionato regionale. Sotto la guida dell’Anziano Principale (detto anche Apostolo Principale) operano dodici Apostoli Maggiori e dodici Apostoli Minori; vi sono anche “Messaggeri” incaricati di diffondere la dottrina presso le diverse congregazioni paraguayane e straniere.


In Italia la Congregazione Cristiana Popolo di Dio è presente dal 1984, per iniziativa di una cittadina paraguayana – Cristina Diarte –, moglie dell’italiano Armando Barbieri. Nei primi dieci anni l’attività si svolge quasi esclusivamente in Veneto (Padova – dove si tengono le prime riunioni italiane nella casa di Francesca Sartori Mazzonetto, oggi attiva nell’educazione e nell’avviamento alla vita spirituale dei bambini della Central –, Vicenza e Treviso); successivamente nasce un nucleo anche nel Lazio, ed è a Velletri che è avviata la prima esperienza italiana di vita comunitaria (la prima riunione di preghiera si è tenuta il 17 settembre 1990), che oggi conta una ventina di membri ed è affiancata da due case di preghiera ad Aprilia e Marino. Nel 2000 una seconda e più grande comunità – con un centinaio di membri – è stata inaugurata in una grande proprietà presso Saletto (Padova), nonostante le opposizioni di una parte della stampa e di ambienti cattolici locali. Due case di preghiera si trovano a Treviso e Vicenza (quest’ultima tuttora diretta da Cristina Diarte), e fedeli sono presenti in Puglia (a Molfetta, Bisceglie, Andria, Santo Spirito), a Fano (Pesaro) e a Sirmione (Brescia). L’associazione italiana “Congregazione Cristiana Popolo di Dio” si è costituita formalmente nel 1994 con atto pubblico del 13 maggio. I fedeli italiani, circa un migliaio, hanno ricevuto nell’agosto 1999 la prima visita nel nostro paese di un Anziano Principale, il “Fratello Giovanni”. La comunità italiana del Popolo di Dio è la maggiore fuori del continente americano, e a essa guardano i dirigenti per una estensione della missione a paesi come la Francia, la Svizzera e l’Austria.


B.: Il numero 1 (2000) della rivista a circolazione interna Paloma Mensajer contiene fra l’altro informazioni sulla storia del Popolo di Dio in Italia. In generale, fonte primaria è l’opera di uno degli attuali Apostoli Maggiori, Juan Diosnel Cardozo Vera, La Verdad sobre el Pueblo de Dios. Su historia, organización y doctrina, stampato in proprio, Asunción 1999.




Mario961


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