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GIUSEPPE PETRELLI

Ultimo Aggiornamento: 13/10/2012 12:56
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13/10/2012 12:56

Un grande servo di Dio drasticamente ridimensionato -
Un grande servo di Dio drasticamente ridimensionato !
L’ala più rilevante del pentecostalismo italiano si ricollega a questa corrente impropriamente detta “battista”, anche se tutti gli osservatori sono concordi nel riconoscere nel fenomeno in Italia una matrice nazionale che ne fa qualche cosa di diverso da una realtà di importazione dagli Stati Uniti. Le origini del pentecostalismo italiano – che comportano anche la “pentecostalizzazione” di realtà evangeliche indipendenti sorte in modo spontaneo nel Meridione d’Italia – si situano negli Stati Uniti, nella “Chiesa presbiteriana italiana” creata dai missionari valdesi per evangelizzare gli italo-americani e per mantenere nella fede gli emigrati di religione evangelica. Negli anni 1890 la Chiesa presbiteriana italiana di Chicago, fondata nel 1892, è retta dal pastore Filippo Grill (1874-1939), di Prali, che in Italia era stato discepolo di Paolo Geymonat (1827-1907), uno dei protagonisti del movimento di risveglio nella Chiesa Valdese. Grill è accolto da un gruppo di italiani – fra cui il mosaicista Luigi Francescon (1866-1964) – convertiti grazie all’opera di un predicatore indipendente legato all’Alleanza Cristiana e Missionaria, l’ex-garibaldino Michele Nardi (1850-1914). Lo spirito di indipendenza di alcuni convertiti si adatta male alla disciplina valdese: nel 1903 Giuseppe P. Beretta (1853-1923), con altri, lascia il pastore Grill e costituisce la Assemblea Cristiana.

Sia Francescon sia Beretta nutrono dubbi sul battesimo dei bambini, praticato dai valdesi, e si fanno ribattezzare. Tra i due sorgono però contrasti a proposito del rigore con cui osservare il riposo domenicale: Francescon, sostenitore di una posizione più rigida, si allontana così con alcuni amici dalla Assemblea Cristiana di Beretta. Nel 1907 Francescon conosce William H. Durham (1873-1912), la figura principale alle origini del pentecostalismo “battista”, e sperimenta il battesimo dello Spirito Santo con il segno delle lingue (distinto dal dono, ovvero dal carisma delle lingue), seguito da Pietro Ottolini (1870-1962) e dalla moglie di questo, Emma Pacini Ottolini (1877-1947). Beretta aveva già avuto un’esperienza di glossolalia nel 1898, mentre frequentava una Chiesa metodista libera, ma non ne aveva identificato il carattere “pentecostale”. Lo fa dopo l’esperienza di Francescon, e il 15 settembre 1907 l’Assemblea Cristiana di Chicago diventa la prima Chiesa pentecostale italiana, con culti presieduti da Ottolini, mentre Francescon si occupa della predicazione. Tra i molti che lasciano la Chiesa presbiteriana di Grill – che finirà per cessare le attività nel 1914 – c’è un amico di Francescon, Giacomo Lombardi (1862-1934); altri protagonisti del primo risveglio pentecostale italiano a Chicago sono Lucia De Francesco Menna (1875-1961) e Umberto Gazzeri (1884-1924).

Quasi immediatamente iniziano missioni tra le comunità italo-americane di altre città: Los Angeles, Holley (New York), New York, St. Louis. A New York entra in contatto con il movimento pentecostale anche l’avvocato e già pastore battista (abbandonata l’originaria fede cattolica) Giuseppe Petrelli (1876-1957) – nato in provincia di Potenza e morto a Belleville (New Jersey, USA) –, che avrà un ruolo importante nell’elaborazione teologica del pentecostalismo indipendente italiano, oltre che in Argentina (dove soggiorna fra il 1920 e il 1921), in Canada e negli Stati Uniti. Il nucleo italo-americano è anche alle origini di missioni in Brasile e in Argentina, che avranno uno straordinario successo, e inizia fin da subito a pensare all’Italia, dove – almeno secondo riferimenti storici legati più a ricordi dei protagonisti, di molti anni successivi agli eventi, che a documenti storici certi – nel mese di novembre 1908 – dopo una breve visita di Gazzeri ai suoi parenti in Liguria – giunge per una prima missione Lombardi. Quest’ultimo tiene i primi culti pentecostali in Italia, nel 1908, a Roma e a La Spezia (con l’aiuto dei parenti di Gazzeri).

A Roma si converte l’avvocato evangelico torinese Mauro Paretti (1844-1926), con la moglie Angela Gariglio Paretti (1876-1968); il suo studio legale in Salita del Grillo sarà fino al 1919 la sede del culto pentecostale nella capitale. Nel 1910 si trasferisce in Italia per un soggiorno di quasi cinque anni Ottolini, e nel giro di quattro anni sono fondate una decina di Chiese. Nel 1927 si tiene a Niagara Falls (New York) il primo Convegno delle Chiese cristiane pentecostali italiane degli Stati Uniti (chiamate “Chiese Inorganizzate Italiane residenti negli Stati Uniti” per sottolineare il carattere congregazionalista), che affronta – ma non risolve in modo definitivo – la questione dell’interpretazione del divieto biblico di astenersi dal sangue di Atti 15, 20:29, per la maggioranza da estendersi a tutti i derivati commestibili del sangue animale (diffusi fra una popolazione italo-americana di origine rurale). Questa controversia continuerà a dividere non solo il pentecostalismo italo-americano, ma anche quello italiano per molti anni: la posizione più “liberale” sarà assunta da Petrelli, i cui sostenitori – dissidenti rispetto al convegno di Niagara Falls – daranno vita a comunità indipendenti anche in Italia.

Nell’anno successivo, 1928, a Roma si svolge l’Assemblea costitutiva delle Chiese pentecostali italiane, presieduta da Michele Palma (1884-1963) in rappresentanza delle Chiese italo-americane, seguita da una seconda Assemblea (o “Convegno”) nel 1929, presieduta dallo stesso Francescon. In quest’occasione i pentecostali italiani estendono il divieto di Atti 15, 29 al consumo dei cibi cucinati in occasione di festività cattoliche dedicate ai santi o alla Madonna (ritenute idolatriche); più tardi, lo estenderanno anche ai pranzi e alle cene di Natale e di Pasqua. D’altro canto, il Convegno del 1929 prende posizione contro la dottrina esclusivistica, predicata da Ottolini, secondo cui solo chi è stato battezzato con lo Spirito Santo e ha sperimentato la glossolalia può salvarsi. Le Chiese pentecostali in Italia sono ormai diffuse in 125 località; Francescon – di idee congregazionaliste – mette in guardia però contro la costituzione di strutture che vadano al di là della singola Chiesa locale. Questa prospettiva rende ancora più difficile – dal momento che i pentecostali non possono profittare neppure della legge sui culti ammessi del 1929 – resistere alla repressione fascista. Il Convegno del 1929 autorizza solo la pratica che porta all’approvazione governativa come ministro di culto del responsabile della comunità di Roma, Ettore Strappaveccia (1886-1957), concessa nel 1931.

Nel 1930 si adotta il nome di Congregazione Cristiana Pentecostale. Sono però gli anni della persecuzione fascista, che culmina nella cosiddetta circolare Buffarini-Guidi del 9 aprile 1935, che vieta il culto pentecostale in tutto il Regno in quanto “esso si estrinseca e concreta in pratiche religiose contrarie all’ordine sociale e nocive all’integrità fisica e psichica della razza”. Spesso denunciati dai parroci cattolici, i pentecostali sono arrestati in gran numero. Alcuni, sorpresi in carcere dall’occupazione tedesca, pagano con la vita, fra cui Antonio Brunetti (1887-1944), ucciso nel campo di concentramento di Mauthausen, e Fidardo De Simoni (1898-1944), che è tra gli ostaggi trucidati alle Fosse Ardeatine. Nel frattempo, pur nella persecuzione, continua un’attività clandestina, e continuano anche controversie, in parte eco di problemi paralleli del pentecostalismo italo-americano negli Stati Uniti. Emerge, in particolare, il dissenso ultra-conservatore della componente “zaccardiana”, guidata da Domenico Zaccardi (1900-1978), contraria a ogni innovazione dottrinale, organizzazione superiore alla congregazione locale e collaborazione con non pentecostali. Dal 1943 le comunità zaccardiane vivono, di fatto, isolate dal resto del mondo pentecostale italiano.

Al Sud, lo sbarco in Sicilia permette la riorganizzazione del movimento pentecostale e un Convegno degli anziani della Chiesa pentecostale siciliana (considerato per le decisioni adottate il terzo Convegno nazionale italiano dopo quelli del 1928 e 1929) si tiene a Raffadali (Agrigento) il 25-27 agosto 1944 per iniziativa di Vincenzo Federico (1911-1995). Un quarto Convegno, tenuto sempre a Raffadali dal 30 agosto al 2 settembre 1945 con ampia partecipazione (si auto-escludono i soli zaccardiani) vede ancora forte il pregiudizio congregazionalista. Questo è rimesso in discussione al successivo Convegno di Roma (28 agosto – 1 settembre 1946), che – preso atto della necessità di una qualche struttura per la gestione di fondi di solidarietà per le comunità più povere e per un auspicato riconoscimento da parte dello Stato – pone le basi per una futura organizzazione di carattere nazionale nella forma di una Chiesa cristiana evangelica pentecostale di cui assume la presidenza Umberto Gorietti (1904-1982).

Questa Chiesa è alle origini delle Assemblee di Dio in Italia, mentre le Chiese che – ancora influenzate dal congregazionalismo originario – rifiutano l’affiliazione alle Assemblee di Dio e costituiscono le Congregazioni cristiane pentecostali, e pongono le basi per una ulteriore fioritura di pentecostalismo indipendente. Fuori delle Assemblee di Dio rimangono anche le Chiese zaccardiane e quelle della Valle del Sele, nonché alcune altre influenzate dall’insegnamento di Giuseppe Petrelli, i cui scritti rifiutano le strutture denominazionali in nome dell’universalità della Chiesa. Le idee di Petrelli ispirano una serie di Chiese e comunità specifiche in diverse regioni d’Italia; circolano però soprattutto in modo trasversale nel mondo pentecostale italiano, diffuse dalla rivista Il granel di senape di Torino, continuazione de Il Regno di Dio (quest’ultima riprendeva il titolo di una pubblicazione statunitense di Petrelli); tale rivista è animata da Antonio Bernabei, che nel 1957 si trasferisce da Foggia (dove, nato in una famiglia cattolica, aderisce alle Chiese dei Fratelli e in seguito al movimento pentecostale) a Torre Pellice (Torino), iniziando un fervido sodalizio spirituale con Aida Chauvie (1899-1962) – di origine valdese –, la quale nell’immediato secondo dopoguerra intraprende un rapporto epistolare e spirituale con Giuseppe Petrelli, diventando alla morte di quest’ultimo una sorta di prosecutrice della sua missione, oggi ulteriormente animata da Antonio Bernabei Chauvie (dove l’aggiunta del cognome Chauvie sta a significare l’adozione spirituale di Aida Chauvie nei confronti di Antonio Bernabei).

B.: Oltre a Eugenio Stretti, Il movimento pentecostale. Le Assemblee di Dio in Italia, Claudiana, Torino 1998; David A. Womack - Francesco Toppi, Le radici del Movimento pentecostale in Italia, ADI Media, Roma 1989; F. Toppi, E Mi Sarete Testimoni. Il Movimento Pentecostale e le Assemblee di Dio in Italia, ADI-Media, Roma 1999, molto importante per le origini del pentecostalismo italiano è l’articolo di Carmine Napolitano, “Il pensiero di Giuseppe Petrelli. Per una storia del movimento pentecostale italiano”, in Domenico Maselli (a cura di), Movimenti popolari evangelici nei secoli XIX e XX, Edizioni Fedeltà, Prato 1999, pp. 94-153. Su singole figure cfr. le seguenti opere di (o a cura di) Francesco Toppi, tutte pubblicate da ADI-Media, Roma: Luigi Francescon (1866-1964), 1997; Giuseppe Beretta (1853-1923), 1997; Pietro Ottolini (1870-1962), 1997; Michele Palma (1884-1963), 1998; Giacomo Lombardi (1862-1934), 1998; Massimiliano Tosetto (1877-1948), 1998; Pietro Menconi (1874-1936), 1998; Michele Nardi, 2002; Madri in Israele. Donne del Movimento Pentecostale Italiano, 2003; Umberto Gorietti. Difensore della libertà di predicazione dell’Evangelo, 2004; Vincenzo Federico. Propugnatore della collaborazione tra le chiese evangeliche pentecostali, 2006. Su Petrelli, cfr. Antonio Bernabei Chauvie, Biografia del Servitore di Dio Giuseppe Petrelli, presso l’autore, Torino 1997; di Antonio Bernabei si veda inoltre la rivista Il granel di senape. Di Giuseppe Petrelli esiste la collezione completa degli scritti, curata da Antonio Bernabei Chauvie (32 volumi pubblicati, presso la redazione de Il granel di senape).

tratto da www.cesnur.org/religioni_italia/p/pentecostali_03.htm


Mario961


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